Chapter Three

Trascorse quel lasso di tempo essenziale a colmare le infinitesimali lagune, dal fondale d'un accenno di profondità, le numerose diramazioni dei propri rami, sino allo sgorgare delle acque salmastre possedute, ed io fui perso in quei canali d'una meta inesplorata.
Navigavo d'inesperienza, agognando d'esser al passo con le maree e le increspature a sfigurarti.
Ti osservavo da lontano, il viso attento alla lavagna e la vista impegnata a rimuginare, in ogni flebile attimo parve che tu mi avessi teso la mano ed io non fossi capace di afferrarla.
Di ogni possibilità tessuta come una trappola, ne conobbi l'esistenza in ritardo.
Forse ero davvero bravo a fuggire dalle grinfie dei cacciatori.

Ragionando con me stesso, annotai nel libro della memoria il palmo sollevato ove io volsi sentitamente, lo inchiostrai di una lucente castità, menando le membra ad un tempo indefinito, oscurato dalla tosta tema di macchiare il foglio 'ch' esso latteo come i miei indumenti e le mie spoglia.
Poggiati fiaccamente su gli accartocci di dura pietra, fu il volgere del giorno e la scogliera levigata dall'alta lotta marina, prismata dal proprio interno, rifletteva cremisi come quella bottiglia di birra di cui ti ubriacasti, com'io della vicinanza tua.
Dorata, schiumata come la ferocia delle maree, ondeggiò calorosa e, infiltrandosi tra 'li scogli albi, annegò, tempestato dalla tua golosità.
Avido, ne supplicasti ancora e già era arrivato al fondale e i guaiti salati furono amari.

Ma se vi dicessi che non scrivo da sei mesi o più? La prima parte l'ho scritta a Maggio, lmao.
Se siete frustrati dal fatto che qui vi sia tutto fumo e niente arrosto (solo "belle" parole, ma pochi fatti) mi dispiace, è più forte di me.

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